SIRI, Associazione Italiana di Robotica e Automazione, il 28 febbraio 2025 compie 50 anni e ha celebrato questo importante traguardo con l’evento “UMANITÀ E ROBOT – Un viaggio in continua evoluzione” presso il Politecnico di Milano, sua prima sede nel 1975. Proprio Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, ha voluto aprire l’evento ricordando come negli ultimi 50 anni SIRI abbia guidato l’innovazione e lo sviluppo nel campo della robotica, contribuendo a trasformare il mondo in cui viviamo e lavoriamo. “La robotica ha compiuto passi da gigante – ha sottolineato la Rettrice – e questo progresso è stato reso possibile grazie alla dedizione di molti ricercatori, ingegneri e professionisti italiani che spesso si sono formati proprio al Politecnico di Milano”.

Il professor  Paolo Rocco, che ha partecipato all’evento in rappresentanza proprio del Politecnico di Milano, ha voluto poi sottolineare come nell’evoluzione della robotica italiana è stata e rimane fondamentale la collaborazione tra il mondo accademico e industriale. “Questo dialogo – ha specificato Rocco – è stata facilitato e reso proficuo proprio da realità come SIRI, di cui oggi celebriamo i primi 50 anni”.

Il ruolo dell’Italia nella storia della robotica industriale

La volontà di mantenere la memoria della storia della robotica italiana ha portato all’idea di pubblicare per i 50 anni di SIRI un libro.

Domenico Appendino, Presidente SIRI, ha ricordato come la volontà di mantenere la memoria della storia della robotica italiana abbia portato
all’idea di pubblicare per i 50 anni di SIRI un libro.

“Questo evento non solo rappresenta un momento di festa e un traguardo importante per l’associazione – ha ricordato il Presidente di SIRI Domenico Appendino aprendo il suo intervento – ma è anche un’occasione per riflettere sul futuro della robotica e sul ruolo fondamentale che svolge nella nostra società”. Correva infatti l’anno 1956, quando in un incontro storico a Westport (Connecticut, USA) George Charles Devol, inventore e imprenditore, e l’ingegner Joseph Frederick Engelberger, fondatore di Unimation e “padre della robotica”, nasce l’idea di un robot capace di lavorare nell’industria. Questa intuizione si concretizza nel 1961 con l’installazione alla General Motors nel New Jersey di “Unimate”, il primo robot industriale al mondo.  Nel 1963, solo due anni dopo, Franco Sartorio, brillante ingegnere e giovanissimo dirigente Fiat, concepiva il robot di misura e lasciava questa società per fondare a Torino la DEA (Digital Electronic Automation) destinata a realizzare nel 1965 il primo robot di misura al mondo chiamato “Alfa”, che possiamo considerare il nucleo iniziale della meccatronica italiana.

Nacque così la robotica industriale e queste macchine cominciarono a popolare il mondo, raggiungendo oggi un numero di robot in lavoro vicino ai cinque milioni di unità. In questa panoramica sulla storia della robotica si ricorda anche il ruolo del Giappone, che si sviluppa a partire da fine anni Settanta per poi però essere centrale nella fase di espansione industriale di questo paese, e della Cina, a cui proprio il Giappone nel 2016 cede dopo più di 30 anni il vertice della classifica mondiale per robot installati. L’Italia è stata quindi un’antesignana in questo settore, ma in seguito all’impressionante crescita delle “tigri asiatiche” è scesa nella classifica mondiale e ora, seconda in Europa dopo la Germania, occupa una salda e onorevole sesta posizione nel mondo. La centralità dell’Italia nella storia della robotica è confermata anche dal fatto che SIRI, nata nel 1975 come Società Italiana di Robotica Industriale e in seguito diventata Associazione Italiana di Robotica e Automazione, è seconda per data di fondazione solo a JARA, la società di robotica giapponese, ed è di 12 anni più longeva dell’International Federation of Robotics, il cui primo presidente nel 1987 è stato proprio Daniele Fabrizi, allora presidente di SIRI.

La volontà di mantenere la memoria della storia della robotica italiana dagli inizi a oggi e di SIRI, che ne rappresenta una parte non secondaria, ha portato all’idea di pubblicare per i 50 anni dell’Associazione un libro concepito con questo scopo. Per questo motivo il Presidente e alcuni Consiglieri si sono occupati della scrittura e dell’edizione dell’opera, ritenendo questa la migliore attività celebrativa dell’Associazione per i suoi 50 anni di vita. “Recuperare la documentazione e mediare le tante voci coinvolte non è stato semplice – ha spiegato Appendino – ma questo impegno ha portato a un libro strutturato in cinque grandi capitoli che coprono la storia di SIRI, ma anche gli anni precedenti, in cui l’Italia era pioniera nel mondo della robotica”.

I protagonisti della tavola rotonda dell'evento SIRI sono stati Gianfranco Carbonato, Paolo Dario e Gian Maria Gros-Pietro.

I protagonisti della tavola rotonda moderata da Arturo Baroncelli dell’evento SIRI sono stati
Gianfranco Carbonato, Paolo Dario e Gian Maria Gros-Pietro (con un intervento video).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Umanità e robot, presente e futuro di questo rapporto

Al centro dell’evento organizzato da SIRI è la tavola rotonda che ha visto protagonisti Gianfranco Carbonato, Presidente Prima Industrie, Paolo Dario, Professore emerito Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa San Paolo che non ha potuto essere presente all’evento ma ha voluto comunque partecipare registrando un intervento video. La Tavola Rotonda è stata moderata da Arturo Baroncelli, Past President IFR e premio Engelberger, con lo scopo di fare un punto sulla robotica e il suo rapporto con l’uomo dando voce a prospettive diverse ma complementari come quelli industriali e accademiche. Tantissimi gli spunti emersi, anche grazie alla generosità dei relatori che hanno condiviso le loro esperienze, fondamentali per inquadrare le ragioni della rilevanza dell’Italia nel panorama internazionale della robotica.

“Quando pensiamo agli anni Settanta in Italia – ha sottolineato Gianfranco Carbonato – dobbiamo ricordarci che sono stati anni di grande fermento industriale in cui si è sviluppata quella che oggi si definisce come meccatronica”. Per Gian Maria Gros-Pietro il successo della robotica italiana è stato legato anche alla sua capacità di trasformare molto rapidamente le innovazioni in un prodotto industriale specializzato e in grado di rispondere alle richieste del mercato. Grazie al professor Dario è stato possibile approfondire anche il tema fondamentale delle competenze, altro punto di forza della robotica italiana, che rispecchiano quella il professore ha definito “la straordinaria eccellenza italiana nell’educazione non solo tecnico e scientifica, ma anche culturale”.

Al termine dell'evento sono state consegnate delle targhe celebrative a past president e fondatori SIRI.

Al termino dell’evento sono state consegnate delle targhe celebrative a past president e fondatori SIRI.

Nonostante le sfide competitive globali, il futuro del settore della robotica è stato tratteggiato dai relatori con ottimismo, soprattutto nel campo della robotica di servizio e delle applicazioni intelligenti. Un elemento cruciale per il mantenimento della leadership italiana risiede, hanno sottolineato i relatori della tavola rotonda, nella capacità di continuare a investire nell’educazione di alta qualità, promuovere l’interdisciplinarità e valorizzare la propria eredità culturale e la propria capacità di innovazione, tenendo sempre presente l’importanza di un approccio etico e umano alla tecnologia.

Celebriamo i protagonisti della robotica italiana e di SIRI

A concludere una giornata certamente storica per la robotica italiana, un momento di grande impatto emotivo quando i due Vice Presidenti di SIRI, Giovanni Legnani e Alessandro Santamaria, insieme a Domenico Appendino hanno premiato e ricordato con una targa i past president dell’associazione (Antonio D’Auria, Daniele Fabrizi e Rezia Molfino) e i soci fondatori (Gianfranco Duina, Franco Sartorio, Mario Salmon, Vincenzo Nicolò).